MAMMA SI DIVENTA

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IL PERIODO DILATANTE

Il periodo dilatante


Questa fase del travaglio è caratterizzata dalla presenza di contrazioni regolari, della durata di circa 1 minuto, che si presentano ogni 5 minuti o anche con maggiore frequenza e che danno la stessa sensazione fastidiosa e dolorosa. Sono proprio la regolarità e l’aumento della percezionedolorosa delle contrazioni a indicare l’inizio del travaglio vero e proprio che coincide con la dilatazione dell’utero. 
Nelle primipare questa fase dura dalle 6 alle 10 ore circa, nelle pluripare generalmente molto meno

                                                        
Che cosa succede durante questo periodo?

  • Le contrazioni si fanno più intense e frequenti, susseguendosi ogni 2-5 minuti per una durata di 50/60 secondi.Il dolore aumenta di intensità e si diffonde a cintura a tutto il basso addome e/o alle cosce.

  • La dilatazione del collo dell’utero passa progressivamenteda ½ cm a 10 cm circa. La velocità di dilatazione è inizialmente più lenta (fino a circa 5 cm), poi sempre più rapida fino alla dilatazione completa, intorno ai 10 cm.

  • La progressione della testa del neonato avviene gradualmente, ma contemporaneamente alla dilatazione del collo dell’utero. In questo modo la testa del neonato si troverà ben posizionata all’ingresso del canale del parto nel momento della dilatazione completa.


La rottura del sacco amniotico
  • Se la “rottura delle acque” non è avvenuta durante il periodo prodromico, può verificarsi in qualsiasi momento del periodo dilatante.

  • Se a dilatazione completa, il sacco amniotico dovesse esser ancora integro si rende necessario eseguire, la cosiddetta amnioressi , ovvero la rottura artificiale del sacco amniotico, con una manovra assolutamente indolore. L’assenza del sacco amniotico anteriormente alla testa del bambino lo aiuterà a scendere nel canale del parto.

  • A volte, quando la dilatazione è nella fase iniziale, per accelerare il travaglio si rende necessario eseguire subito l’amnioressi che provoca l’aumento dell’attività contrattile dell’utero. Questo fatto non vi deve turbare perché verrete messe al corrente di questa decisione in anticipo.

Cosa farete durante il periodo dilatante
  • Anche in questa fase, se non vi sono controindicazioni particolari, potrete muovervi e assumere le posizioni che più gradite durante le contrazioni.

  • Durante ciascuna contrazione eseguite gli esercizi respiratori e le tecniche di rilassamento che avete appreso durante il corso di preparazione al parto.

  • Se ve la sentite potete mangiare qualcosa di leggero. Talvolta un lieve senso di nausea non lo consente.

  • Potete anche bere, ma evitate bevande gasate o molto zuccherate che dilatano lo stomaco. Questo può accentuare i disagi ed essere pericoloso in caso di anestesia generale.

  • È importante svuotare frequentemente la vescica, soprattutto in prossimità del parto; questo comportamento aiuta a prevenire traumi alla vescica e consente al nascituro di avere più spazio a disposizione.

  • Se fosse necessario o ne faceste richiesta, vi potrà essere eseguito un piccolo clisma evacuativo.

  • Cercate di ascoltare i messaggi del vostro corpo e di esprimere i vostri bisogni all’ostetrica che vi sta seguendo, “l’aiuterete ad aiutarvi”.

  • Nella maggior parte degli ospedali, vi viene praticata la rasatura dei genitali o tricotomia. Essa permette una migliore disinfezione di questa parte e consente una più agevole sutura della ferita, in caso di episiotomia.



L'assistenza del personale al periodo dilatante
  • Durante il periodo dilatante il benessere fetale viene sorvegliato tramite esecuzione di una cardiotocografia, una registrazione del battito cardiaco del feto e delle contrazioni uterine, che può essere continua o intermittente.

  • L'ostetrica o, quando si rende necessario, il medico, eseguono visite vaginali per controllare che la dilatazione del collo dell'utero e la progressione della testa del bambino avvengano in modo regolare. Questo controllo viene ripetuto ogni 2 ore circa

  • Viene compilato il partogramma, una scheda sulla quale sono riportate in modo grafico la dilatazione cervicale, espressa in centimetri, in relazione al tempo espresso in ore. Inoltre, un secondo grafico sovrapposto al primo, esprime la progressione della testa del bambino. Il partogramma è un mezzo di comunicazione tra i vari operatori, semplice da usare, che permette un'immediata visione dell'evoluzione del travaglio. Altre annotazioni riguardano la rottura delle membrane e le caratteristiche del liquido amniotico, il monitoraggio, l'impiego di farmaci e anestesie, i dati del parto e il primo punteggio del neonato (Apgar).

  • Spesso, anche in caso di parto spontaneo, viene comunque messa una fleboclisi a base di soluzione al glucosio (puÄ darvi un po' di carica energetica) o ricca di elettroliti. Infatti, “ prudente avere una vena incannulata per somministrare tempestivamente farmaci, in caso di necessit¶.


Dalla sala travaglio alla sala parto

A dilatazione completa, se le contrazioni sono molto valide, le pluripare vengono subito portate in sala parto, mentre le primipare possono effettuare gran parte del periodo espulsivo in sala travaglio. Questo iter, comunque, può variare da ospedale a ospedale; in molti ospedali, infatti, la donna non viene spostata una volta terminato il travaglio ma partorisce nello stesso luogo. Anche questo è un momento carico di ansia e apprensione, ma aumenta la fiducia e insorge uno spirito di collaborazione: le contrazioni sono tollerate meglio poiché la nascita è imminente.